Odon SM

Umberto Allasia

Abbiamo un corpo che parla

 

Il concetto di salute 

Vorrei partire con una piccola premessa: abbiamo mai provato a chiederci quando siamo realmente guariti

E’ ormai percezione comune che un buon stato di salute significhi innanzitutto non avere dolore ed è altrettanto logico non rivolgersi al medico, al fisioterapista o a un qualsiasi operatore sanitario in assenza di sintomi.

Quindi siamo soliti accostare il termine “salute” a una condizione di “assenza di disturbi”.

Facciamo un esempio, piuttosto comune: “ho mal di schiena…mi curo con le opportune terapie che danno beneficio…ma dopo un paio di mesi insorge lo stesso identico dolore…e sono nuovamente al punto di partenza”. 

Sembra piuttosto che in questi casi non abbiamo agito sulla causa ma solo sull’effetto, ovvero il nostro disturbo

 

L’occhio attento di un fisioterapista permette di ridurre il “gap” tra:

 

  • il disturbo che si manifesta
  • la causa che lo ha generato

 

L’osservazione della postura in stazione eretta.. 

..rappresenta il primo passo per individuare gli atteggiamenti disfunzionali che possono aver contribuito all’esordio del vostro disturbo e nello specifico in quale area sia opportuno approfondire la valutazione.

Supponiamo sia coinvolto l’apparato muscolo scheletrico… abbiamo fin da subito la possibilità di ottenere diverse informazioni: 

  • quale recettore è principalmente coinvolto ed è causa di una alterazione posturale (i piedi, il sistema visivo, l’udito, la bocca?)
  • condurre la valutazione e il trattamento seguendo una logica corretta (secondo uno schema posturale di tipo ascendente, discendente o misto)

 

Vedete come questo modo di agire faciliti il nostro “approccio valutativo” e nello specifico: 

  • orienta il fisioterapista nelle scelte terapeutiche corrette
  • permette il coinvolgimento di altre figure dell’ ambito medico e sanitario
  • il paziente è al centro del progetto riabilitativo

 

quindi… il tuo corpo dice molto di più di quello che si possa immaginare!

 

L’essere umano è oggetto di studio della Medicina fin dall’antichità, partendo dalle prime dissezioni anatomiche di Mondino de' Liuzzi (1270- 1326) del medioevo al raggiungimento degli altissimi standard di valutazione e cura attuali.

 

Ma non siamo solo entità statiche da studiare in laboratorio o sui libri di testo..

..proviamo ad ampliare la visione della persona nella sua quotidianità..

..non dimentichiamo che siamo esseri viventi e che ci relazioniamo con ciò che ci circonda e inesorabilmente siamo indotti a “muoverci” .  

Pensiamo banalmente ad alcune azioni che svolgiamo abitualmente:

 

  • Camminare
  • Parlare
  • Masticare
  • Respirare

 

Queste attività implicano un minuzioso utilizzo di muscoli che agiscono come i componenti della cassa di un orologio, coordinati da “fili elettrici” che lavorano in due direzioni opposte, trasmettendo segnali di comando motorio e contemporaneamente raccogliendo le informazioni di ciò che ci circonda, provocando una nostra reazione. 

Di tutto questo se ne occupa il nostro “apparato neuro muscolo scheletrico”.

 

Non meno attenzione deve essere rivolta all’ ”apparato viscerale metabolico” : senza il suo contributo gli stessi muscoli potrebbero non ricevere il giusto apporto di benzina, quindi sangue, ossigeno, nutrimenti,  influenzando la qualità di ciò che facciamo durante la giornata.

 

L’ uomo ha l’esigenza di muoversi… si è evoluto per poterlo fare al meglio..

..il nostro cervello processa informazioni dell’ambiente esterno attraverso gli organi di senso che fungono da “filtri”: 

 

  • Vista
  • Udito
  • Gusto
  • Tatto
  • Olfatto

 

Questi filtri conducono l’informazione al cervello attraverso una fedele trasmissione, a volte distorcendola o addirittura cancellandola. 

L’ informazione che viaggia dalla periferia giunge a livello cerebrale e ne fa una rappresentazione interna di ciò che ha recepito:  questo scatena una nostra reazione emotiva quale:

 

  • Gioia
  • Indifferenza
  • Rabbia

 

Tutte queste dinamiche sono il backstage del nostro “apparato psico emotivo”: possiamo desumere che la gestione dello stimolo esterno sia un processo assolutamente articolato e soprattutto personale, così come lo sarà la risposta ad esso. 

 

Dunque non siamo solo ossa e muscoli ..

A questo punto pensiamo di disegnare i 3 grandi apparati di cui siamo composti come lati di un “Triangolo della salute”, come lo definì per primo il padre della chinesiologia George J. Goodheart: questi lati sono chiamati costantemente a rapportarsi, influenzandosi reciprocamente.  

In uno stato ideale di benessere questi lati sono della stessa lunghezza o sono comunque in grado di rapportarsi garantendo un equilibrio, ma spesso non sono in grado di farlo (qui sta la causa e il disturbo ne è la logica conseguenza).

 

L’ osservazione del corpo è il primo passo del percorso verso lo stato di benessere, ma probabilmente determinante.

 

Tornerò presto a parlarvi di posturologia applicata e guidarvi agli step successivi, vedremo insieme alcuni tra gli esempi più comuni che si presentano in ambulatorio.