Odon SM

Umberto Allasia

La seduta riabilitativa secondo “la posturologia clinica”

Cosa ricordare delle puntate precedenti?

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e pure qui..

Innanzitutto!

•             guarire non è necessariamente sinonimo di salute!

•             il terapeuta è colui che ricerca la causa originaria di un sintomo  

•             siamo entità meravigliosamente complesse, quindi siamo ossa e muscoli ovvero“leve”  coordinate da un direttore d’orchestra (il “Signor” sistema nervoso) e supportate dal lavoro inesauribile di “Madame” sistema viscerale.

 

George Goodheart, padre della chinesiologia applicata, nel 1964, identificò i 3 grandi apparati di cui siamo composti nel  “Triangolo della salute”, e nello specifico :

 

•             una base rappresentata dal sistema neuro-muscolo-scheletrico (Lato strutturale)

•             un cateto sinistro che corrisponde all’apparato viscero-metabolico (Lato viscerale)

•             un cateto destro, il lato psicologico ( Lato psico – emotivo)

 

In posturologia, un corpo in salute prevede un equilibrio pressochè perfetto tra questi lati, che sanno gestire le eventuali “perturbazioni” di passaggio ( un trauma fisico, un’ influenza, l’utilizzo continuativo di farmaci) e mantengono uno stato di equilibrio (omeostasi).

 

E quando questo equilibrio si rompe?

 

Il nostro corpo comincia ad attingere in maniera persistente da un solo estremo di un lato del triangolo..

 

..il triangolo si modifica in maniera incontrollata..

 

 .. insorge il disturbo

 

 

 

La posturologia clinica è la disciplina che permette al terapeuta di risalire a quale apparato ( a quale lato!) rivolgere l’attenzione, dato che per ripristinare la condizione di salute è necessario dover intervenire principalmente su 1 di essi.

Concentrare l’attenzione sul sintomo finale potrebbe rivelarsi una perdita di tempo, con il rischio di agire sull’effetto e non sulla causa! 

 

 

Quali sono le tappe imprescindibili per risalire al tuo disturbo ?

 

     1.DEVO OSSERVARTI !

Immaginati in piedi a pochi metri di distanza dall’osservatore, rivolto verso la parete: in pochi secondi si ha l’opportunità di  capire da che parte approfondire le valutazioni, una torsione del tuo bacino mi suggerisce di partire dagli arti inferiori, un bacino traslato da una parte mi porta a partire dall’alto e ad analizzare il tuo sistema visivo, la bocca, un problema di udito.

clicca qui per alcuni esempi..

Piccole asimmetrie visibili solo agli occhi dell’esperto possono suggerire di valutare eventuali disfunzioni del sistema viscerale!

Meno frequenti statisticamente, posture riconducibili a causa di tipo psicoemotive, dove si presentano atteggiamenti “anomali” visibili in entrambe i lati del corpo. 

 

     2.DEVO COMPRENDERE SE IL RECETTORE IN ESAME E’ IN AZIONE

In parole più semplici un recettore attraverso stimoli nervosi può indurre maladattamenti alterando il tono muscolare: il  “Test di forza muscolare” e il “Fukuda Test” (o Test della marcia sul posto) mi permettono di testarlo. 

 

 

     3.DEVO AGIRE!

Ho la possibilità solo osservandoti di osservare quali gruppi muscolari sono in ipertono: a questi piace la terapia manuale, il calore del massaggio, il rilassamento indotto da un allungamento mantenuto. Inoltre le asimmetrie evidenziate possono suggerire di verificare la presenza o meno di disfunzioni articolari quali blocchi della colonna vertebrale.

 

     4.POSSO STABILIRE UNA PRIORITA’ D’ AZIONE

L’osservazione della stazione eretta e i test successivi si pongono come strumento di valutazione nel determinare un’ influenza di un lato del triangolo sull’altro; in maniera più semplice il mio disturbo di natura fisica potrebbe essere il risultato di un maladattamento del “lato strutturale”, influenzato a monte da un disturbo “viscerale” o addirittura “psicoemotivo”!

Gli stessi test nel corso della seduta e a distanza di tempo rappresentano uno strumento di verifica per confermare di aver intrapreso il percorso riabilitativo corretto.

 

     5.POSSO COINVOLGERE ALTRE FIGURE PROFESSIONALI 

Spesso in associazione alle cure fisioterapiche si pone la necessità di avvalersi della collaborazione di figure dell’ambito sanitario, a partire dal medico di famiglia o da uno specialista (premesso che la nostra anamnesi e i test possono evidenziare controindicazioni al trattamento e/o fattori indicativi di possibile patologia).

Ecco che può rivelarsi importante coinvolgere l’ odontoiatra, lo gnatologo per problematiche occlusali, l’ ortottista per la correzione di una lente, il tecnico ortopedico per eventuali plantari ecc.. 

Questo approccio permette di capire quali professionisti coinvolgere, secondo un preciso criterio!

 

Nel 2021 il paziente deve essere posto al centro del trattamento riabilitativo, supportato dai professionisti necessari per curare la sua problematica.